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 Ven 10 Gen 2020

MISURE DI SICUREZZA PER AMBIENTI IN ATMOSFERA CONTROLLATA

  emergenze , inquinamento , procedura , salute , sicurezza , spazi confinati

MISURE DI SICUREZZA PER AMBIENTI IN ATMOSFERA CONTROLLATA

Sono molte le aziende alimentari che, nelle varie fasi produttive, ricorrono all’utilizzo di celle frigorifere per la conservazione dei prodotti deperibili. In molti casi si tratta di ambienti di particolare pericolosità essendo ad atmosfera controllata, in cui la percentuale di ossigeno presente è ridotta per consentire il rallentamento del processo di maturazione e quindi la conservazione del prodotto.

Sono perciò ambienti praticamente privi di ossigeno (ovvero dove la percentuale di ossigeno è molto bassa, sicuramente inferiore al 16%, fissato quale valore minimo al di sotto del quale l’atmosfera è definita asfissiante).

Il rischio primario è quindi quello di morte per asfissia.

Diversi sono i casi, registrati negli anni, di infortuni mortali ai danni di lavoratori che si sono introdotti nelle celle frigorifere in ambiente ad atmosfera controllata, in particolare nelle aree del territorio (es. Trentino) dove sono concentrati questi tipi di depositi.

Inoltre, in relazione alla introduzione, nel quadro normativo, del DPR 177/2011, le celle in condizioni di atmosfera controllata devono necessariamente essere classificate come “ambienti confinati”, sui quali trova applicazione il DPR citato, con conseguente necessità di predisposizione di specifiche procedure per l’accesso in sicurezza.

ESEMPIO APPLICATIVO

La scrivente ditta XXX, utilizzando anch’essa analoghi sistemi per la conservazione della frutta, ha provveduto a definire una procedura contenente specifiche norme per la prevenzione di questo tipo di infortuni.

Tale procedura prende spunto ed integra i contenuti della circolare numero 8984/42.04 dell’ottobre 2006 (emanata dalla Ripartizione 19 – Lavoro, della Provincia autonoma di Bolzano) e si pone l’obbiettivo di soddisfare quanto richiesto dal DPR 177/2011 in tema di ambienti confinati.

Prevede le seguenti indicazioni relative alla gestione in sicurezza delle celle di conservazione. Tali indicazioni, limitatamente alle parti operative di interesse, vengono successivamente fornite ai lavoratori (e affisse agli ingressi delle celle di conservazione), sotto forma di procedura operativa di sicurezza:

1. Le celle di conservazione, nelle condizioni di atmosfera controllata e nel periodo transitorio immediatamente successivo alla loro apertura a fine conservazione, devono essere considerate “AMBIENTI CONFINATI”, secondo quanto definito dal DPR 177/2011.

2. Deve essere garantito che solo i lavoratori che hanno ricevuto una adeguata formazione ed addestramento, abbiano l’autorizzazione ad accedere alle celle in atmosfera controllata e che ogni apertura che dia la possibilità di accesso, o che permetta anche solo di infilarvi la testa, sia chiusa a chiave dall’esterno.

3. La chiave deve essere custodita da personale appositamente incaricato.

4. In tutti i casi in cui sia necessario entrare nella cella in atmosfera controllata (ad esempio, per operazioni di manutenzione, ovvero per controlli di varia natura sul prodotto stoccato), con l’utilizzo di autorespiratori, deve essere data la possibilità alle persone di uscire dalla cella in ogni momento, anche quando il portone o la finestra di ispezione siano chiusi a chiave dall’esterno. Tale possibilità deve essere garantita dalla presenza di dispositivi di apertura di facile utilizzo, indicati in modo chiaro da apposita segnaletica, ovvero dal mantenimento dello sportello in condizioni di apertura per tutto il periodo di permanenza dell’operatore all’interno della cella.

5. L’accesso di un operatore alle celle in atmosfera controllata è tassativamente subordinato alla presenza di un secondo operatore, che permanga all’esterno in prossimità dell’apertura di ingresso e sia pronto ad intervenire al verificarsi di situazioni di emergenza. Anche per il secondo operatore deve essere sempre disponibile un autorespiratore ed egli deve indossare tale dispositivo prima dell’inizio dell’attività di assistenza, per poter essere pronto, in qualsiasi momento, ad effettuare un intervento di soccorso in sicurezza. In ogni caso, il soggetto in assistenza può accedere all’interno della cella (o anche solo infilare la testa all’interno dello sportello di ispezione) solo se indossa correttamente i DPI previsti. È inoltre previsto che il lavoratore che accede all’interno della cella in atmosfera controllata ed il lavoratore esterno in assistenza, siano costantemente vincolati per mezzo di una fune, collegata tramite moschettone all’imbracatura porta bombole di entrambi.

6. All’esterno dei portoni delle celle in atmosfera controllata deve essere apposta idonea segnaletica di sicurezza, che riporti i pittogrammi di pericolo di morte per asfissia, di divieto di accesso alle persone non autorizzate, nonché il cartello riportante il numero di telefono per la chiamata dei soccorsi. Questi pittogrammi devono essere il più possibile semplici, con omissione di particolari di difficile comprensione, il cui significato sia inequivocabile.

7. Per la dimensione dei cartelli, a garanzia della loro leggibilità, si definisce di osservare la formula A > L2 / 2000 (dove A indica la superficie del cartello, espressa in m2, L la distanza massima dalla quale si vuole che il cartello sia riconoscibile).

8. I cartelli devono essere posizionati in modo da essere sempre ben visibili, utilizzando, nel caso di cattiva illuminazione naturale, l’illuminazione artificiale.

9. All’apertura degli ingressi principali delle celle, al temine del periodo di conservazione della frutta (fine dell’atmosfera controllata), sarà necessario ritardare l’ingresso del personale di un periodo di tempo necessario a garantire il ricircolo dell’aria all’interno delle celle, anche nei punti più distanti dall’ingresso, al fine del raggiungimento dei valori percentuali di ossigeno tali da garantire condizioni di sicurezza e della contestuale riduzione del tasso di CO2. L’accesso sarà comunque subordinato alla verifica strumentale dei suddetti livelli, contestualmente alla verifica della concentrazione di anidride carbonica ancora presente. Al fine di favorire il processo di ricircolo e limitare il persistere di “sacche” pericolose, le ventole interne dovranno essere mantenute accese, fin dal momento dell’apertura delle celle e per un periodo ritenuto congruo (almeno 30 minuti). Per il suddetto periodo di transizione, è prevista la predisposizione di apposita cartellonistica, ovvero la presenza di personale adibito al controllo degli accessi, al fine di vietarne l’ingresso.

10. La metodologia da adottare al fine della verifica del tasso di ossigeno e di anidride carbonica, prevede l’uso di analizzatori computerizzati, le cui specifiche ed ubicazioni sono di seguito identificate:

- Analizzatore ZZZZZZZZZ

- Analizzatore XXXXXXXXX

- Analizzatore YYYYYYY

Si allegano certificati di conformità. Sono disponibili i manuali di uso e manutenzione. È consigliabile controllare il funzionamento dell’analizzatore almeno ogni 20 – 30 giorni, utilizzando bombole di gas campione (una bombola di azoto puro ed una bombola di miscela con valori conosciuti di O2, CO2, N2).

11. La verifica della funzionalità degli autorespiratori è affidata ad una ditta esterna specializzata. Le verifiche, gli interventi manutentivi ed i collaudi, vengono eseguiti nel rispetto delle indicazioni e delle tempistiche fornite dal costruttore e dalla vigente normativa inerente gli apparecchi a pressione.

Nella fattispecie, vengono utilizzati autorespiratori a ciclo aperto, ossia dotati di bombola di aria compressa, costituiti da:

- maschera panoramica a pieno facciale

- bombola

- gruppo riduttore ad alta pressione

- gruppo erogatore

- manometro ad alta pressione

- tubi in gomma ad alta e media pressione

- schienale

- bardature con aggancio rapido

La maschera è composta da:

- facciale in gomma (neoprene)

- schermo panoramico

- bocchettone filettato per l’erogatore

- valvola di inalazione (permette l’inspirazione)

- valvola di esalazione, situata sotto il mento e costituita da una membrana e una molla tarata per la sovrapressione

- mascherina oro-nasale con due valvole di inalazione per evitare il ritorno dell’aria espirata sullo schermo, impedendone l’appannamento

- cinghie elastiche

La bombola è composta da:

- corpo unico in acciaio (pressione massima di carica 250/320 atm; pressione utile 220/300 atm)

- autonomia:   litri x bar : 30

Lo schienale ed il riduttore sono composti da:

- valvola di sicurezza tarata a 10 atm

- segnale acustico di riserva d’aria, tarato a 60 atm

- filtro in bronzo

12. Procedura per indossare correttamente la maschera:

Afferrare la maschera con entrambe le mani

Indossare la maschera introducendo prima il mento

Fare aderire il facciale al viso

Portare le cinghie dietro alla nuca

Effettuare la prova di tenuta

Agire sui tiranti nel seguente modo:




  1. mascellari

  2. frontale

  3. tempiali



Elementi integrativi alla procedura: immagini – fotografie del sito – cartellonistica – n. di emergenza







A cura di: PI Marco ANTONIELLI


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